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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

IL MISTERO TRA TERNI E LA DIVINA COMMEDIA: ROCCA ACCARINA

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  “Illuminato e Augustin son quici,/che fuor de’ primi scalzi poverelli/che nel capestro a Dio si fero amici”. Così Dante nella divina commedia nomina frate Illuminato, feudatario di rocca accarina e creatore del convento di S.Maria del Caso. Pare che proprio in questo castello incontrò San Francesco e decise di seguirlo lasciando tutti i suoi beni e diventando il principale seguace del santo. Antico castello, originariamente chiamato Rocca Roccaria, posto tra la cascata delle Marmore e Casteldilago, su un poggio sulla riva sinistra del fiume Nera, di fronte a Collestatte. Feudo degli Arroni, all’inizio del XIII secolo è governato dal nobile Accarino II, che conosce San Francesco durante uno dei suoi primi pellegrinaggi in questi territori tra il 1208 e il 1210; convertito dalla predicazione del Santo Accarino, diventa frate “Illuminato dell’Arce“, lasciando i suoi averi e i diritti feudali al figlio Enrico e al fratello Ottonello. Accarino fu tra i più fedeli seguaci del sant

I MISTERI DEL LAGO DI PIEDILUCO

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È singolare che le due più belle cascate d’Europa siano artificiali, quella delle Marmore e quella di Tivoli. 《Raccomando subito al viaggiatore di seguire il Velino sino al piccolo lago di Piediluco》. Così Lord Byron descriveva Piediluco, incastonato nella parte meridionale dell’Umbria. Il viaggio in Italia, obbligato per i cultori dell’arte e delle vestigia storiche, ha fatto sì che molti intellettuali vi sostassero, affascinati dalle bellezze paesaggistiche e dalle viuzze del borgo di Piediluco che, ancora oggi, si inerpicano fin sulla cima dei monti circostanti. Corot ne fu rapito a tal punto da trovarvi la misura della propria pittura; lo stesso capitò a Goethe e, prima ancora, a Virgilio. Un altro romano illustre, tale Marco Tullio Cicerone, ci parla invece della zona perché fonte di contenzioso tra gli aretini e gli abitanti di Interamnia (Terni).  Di forma irregolare con un perimetro di circa 13 chilometri, il lago si trova ad un'altitudine di 375 metri, e ha una profondità

I MISTERI DEL FIUME NERA: IL PORTO DI STIFONE

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Questo è un sito archeologico, rinvenuto nel 1969 in Umbria, in località Le Mole del comune di Narni (TR), all'interno di un canale artificiale adiacente al corso del Nera, circa 900 metri più a valle rispetto alla frazione di Stifone. La sua posizione è a ridosso di quello che era il porto fluviale dell'antica Narnia. Alcuni di questi resti sono ancora visibili nell'alveo del fiume. Che il Nera venisse anticamente navigato, come tramite per i trasporti del comprensorio umbro verso Roma, lungo la via naturale che prosegue ad Orte con il fiume Tevere, si ricava dalle testimonianze di autori classici quali Strabone[4] e Tacito. Il geografo greco fa riferimento a "imbarcazioni non di grosse dimensioni", lo storico latino descrive invece nel dettaglio il viaggio del console Gneo Calpurnio Pisone e di sua moglie Plancina che, nel 19, di ritorno a Roma dalle province della Siria, decidono di lasciare la Via Flaminia e di imbarcarsi appunto a Narni. «A partire da Narni,

LE LEGGENDE DEL CASTELLO DI ALVIANO

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Il paese, collocato sul crinale di un colle, si snoda sullo sperone ripido che sporge sulla valle del Tevere a 251 s.l.m, edificato secondo una affermata logica militare, che controlla agevolmente l’accesso all’abitato; il nome al paese pare venirgli dalla “Gens Albia“, che qui ebbe forse una villa da cui “Albianum“, restano pietre scolpite d’epoca repubblicana. La presenza di un insediamento rurale antecedente il medioevo appare comunque testimoniata dal rinvenimento di pietre scolpite nel vocabolo Colle della Villa, poco lontano dall’abitato attuale. Nel 993, quando il conte Offredo, conte germanico, al seguito di Ottone III, prese a costruire il castello di Alviano, nel suo feudo, dando anche origine alla famiglia Alviano. Ben presto il castello fu cinto di mura e torrioni. Il castello degli Alviano divenne il centro della storia civile di quella zona e la storia del paese si assimila a quella dei feudatari. Ad Alviano fu ospite S. Francesco dove durante una predica in piazza fece z