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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

IL BACINO DEL RIO GRANDE AMELIA

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  Una tradizione antica riporta la notizia che Amelia sia una delle più antiche città dell’Umbria facendo risalire la fondazione al XII sec. a.C. ad opera del mitico re fondatore Ameroe ma le prime tracce archeologiche rinvenute si possono datare al VI sec. a.C. Fondamentale per questa ipotesi sono le mura ciclopiche poligonali. La città di Amelia è difesa a nord da uno sperone roccioso, è quasi per intero inanellata da possenti ed antichissime Mura Poligonali. Quest'opera monumentale è eccezionale per estensione. Le mura pre romane le più antiche si trovano all'interno del centro storico tra il teatro Sociale e la porta della Valle dove esisteva un perimetro più interno databile al VII – VI secolo avanti cristo. Il Rio Grande è un torrente tributario della sinistra idrogeografica del Tevere che ha origine da due vasti bacini idrografici a destra e sinistra del monte Piglio: il bacino di destra è a sua volta biforcato traendo origine a destra dal monte Croce di Serra. Il Bacin

IL MISTERIOSO AFFRESCO DI FERENTILLO

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  Il territorio ove sorge Ferentillo era paludoso e impervio, ricco di vegetazione selvaggia e rigogliosa che ricopriva interamente le pendici delle colline, fino alle zone in basso, malsane. È abitato da lungo tempo, la presenza romana nel luogo è testimoniata oltre che dai prediali Nicciano, Ampognano, Leazzano anche dal ritrovamento di un cippo votivo con iscrizioni nei pressi dell’abbazia di San Pietro in Valle ed ivi conservato, risalente al periodo repubblicano. Le origini di Ferentillo risalgono al secolo VIII, secondo la tradizione fondato da Liutprando nel 740 e per molti secoli la sua storia è legata a quella dell’Abbazia di San Pietro in Valle. Di poco più tarde sono le rocche di Precetto e Matterella, sorte, insieme ai vicini castelli di Monterivoso e Umbriano, a difesa dell’Abbazia. Tra il XII e XIV secolo si sviluppò il borgo di Ferentillo, intorno all’antica pieve di Santa Maria. Ferentillo divenne un piccolo stato nel 1484, grazie a papa Innocenzo VIII Cybo, che ne no

LA CAVA DELL'ORO DI POLINO

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  La Regione Umbria è caratterizzata dalla presenza di piccoli centri magmatici di modeste dimensioni fra i quali il più grande è il complesso di San Venanzo (Tr). Anche se gli altri sono di più piccole dimensioni sono molto interessanti dal punto di vista composizionale e per la loro particolare origine e rarità. Molto interessante è l’affioramento di Kamafugite di Polino. La Kamafugite di Polino è costituita da due piccoli diatremi, ossia, un condotto vulcanico prodotto da una violenta esplosione freatica. Il materiale frammentato e polverizzato scagliato dall’esplosione ricadendo forma un bastione di brecce e di depositi tufacei Tutt’attorno alla cavità che spesso viene ostruita da parte dello stesso materiale. I diatremi nel Calcare Massiccio sono databili nel Lias Inferiore – Giurassico Inferiore. L’antica Cava dell’Oro di Polino. Qui troviamo dei resti della miniera collocata sull’asse delle “Ferrare” che da Polino arriva fino a Monteleone di Spoleto. A testimoniare il lavoro d

I RESTI DEL CASTELLO DI VASCIANO

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  Salve a tutti, in questa esplorazione ci troviamo nei pressi di un'antica rocca che è stata contesa nel tempo sia dalla città di Narni che dal comune di Stroncone. Vasciano, antico castello, soggetto prima a Narni poi a Stroncone, mantiene ancor oggi la fisionomia medioevale. Incuneato nella valle del torrente Aja, che nasce dai monti di Configni, Vasciano presenta un territorio frastagliato da dirupi e precipizi con colline coltivate a viti ed oliveti. È contornato da magnifici boschi con faggi, carpini, elci e querce, che salgono oltre i mille metri. Un piccolo stemma scolpito nel fregio di una finestra accenna al dominio dei principi Savelli. Da una bolla di Onorio III, in data 17 marzo 1225, quando Narni e i luoghi della diocesi stessa furono colpiti di interdetto, risulta che Vasciano era tra i beni presi sotto la protezione di San Pietro di Roma, essendo essi gravati dal comune di collette e dazi enormi. Successivamente, da una bolla di papa Gregorio IX del 1° giugno